In 8, pp. 62 + (1) + (1b). Lieve mancanza all’ang. est. sup. del p. ant. Br. ed. Nell’opera l’A. mette in correlazione l’aborto e l’infanticidio con il disonore presso la pubblica opinione che deriva dal fatto di aver procreato al di fuori del matrimonio. Borelli sostiene infatti che le madri, quando non ricorrono al suicidio, all’aborto o all’infanticidio, si vedono comunque costrette all’eposizione del neonato: questa è sicuramente per lei "una pena morale, che le farà maledire una società ipocrita, che le fa colpa di aver obbedito ad una delle passioni più naturali, senza farvi precedere una formalità, che sovente non è che una menzogna ed un ludibrio". L’A., originario di Boves, era avvocato, giureconsulto, naturalista, ma si interessò anche di sociologia, storia e scienze naturali.
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