In 8, pp. XIV + 111 + 111 di testo orig. latino a fronte + (3). Alcuni strappetti e lievi mancanze ai p. Br. ed. Prima trad. italiana di questo manuale ad uso dei confessori contenente una lunga serie di precetti sui peccati di natura sessuale. La prostituta è fra le maggiori peccatrici, pecca infatti "più gravemente che la semplice fornicatrice od anche la concubina, tanto riguardo la disposizione dell’animo, quanto allo scandalo e al nocumento che si reca alla generazione. Perciò le meretrici furono sempre considerate come la feccia e l’obbrobrio della specie umana". Bouvier si soffema poi sui peccati dello stupro e del ratto. Con il primo si intende generalmente "ogni commercio carnale illecito". La fanciulla verso la quale è usata violenza "evidentemente si espone al pericolo di non far più un conveniente matrimonio e pecca perciò contro la prudenza", mettendosi inoltre "sulla strada della prostituzione". Per ratto si intende "il forzare una persona qualunque allo scopo di saziare su di essa una libidine". Può comportare uno spostamento da un luogo ad un altro ma "una donna può essere forzata nel luogo stesso ove si trova". L’atto sessuale "con una minorenne consenziente, all’insaputa dei suoi genitori, e senza che vi sia trasferimento da un luogo ad un altro, non è propriamente un ratto, perché qui non esiste violenza: ma è un oltraggio ai parenti, a cui era affidata la custodia della castità della figlia". Nel corso dell’Ottocento, il moralismo borghese, in nome dell’equiparazione del sesso come sporcizia, imporrà una dura repressione sessuale che poi finirà col favorire, per contrasto, pratiche e vizi segreti. Il tradizionale rigore della Chiesa arriverà ad assumere atteggiamenti parossistici, sadici e punitivi come testimonia il libro di Bouvier. Cfr. Claudio Bonvecchio, Esoterismo e massoneria, pp. 58-59.
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