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(Domenico Bouhours), Domenico Jannò (traduttore)

Trattenimenti di Aristo e di Eugenio recati dall’originale francese nell’idioma italiano

Palermo, Antonio Pecora, 1714

In 16 (cm 9,5 x 14), pp. (18) + 471 + (1) di errata. Pagine rifilate ai margini. Legatura coeva in piena pergamena rimontata. Traduzione italiana, curata dal messinese Domenico Jannò, dell’opera pubblicata anonima, ma scritta in francese dal Padre gesuita Bohours (cfr. Melzi, III, 1859, p. 166) in cui l’A. fa dialogare, in una prosa scorrevole ed elegante, due Francesi a passeggio su una spiaggia fiamminga. I due decretano la superiorità degli scrittori moderni rispetto ai classici, criticano le lingue italiana e spagnola sostenendo come queste abbiano mostrato le loro lacune morali e retoriche. Il toscano, con il suo abuso di superlativi, si è rivelato una lingua di smargiassi e ciarlatani. Si tratat di un’accusa che numerosi critici, fra gli altri i Gesuiti del Collegio romano, rivolgevano alla scuola dei poeti e prosatori italiani. I due menzionano anche Gracian, autore spagnolo, e discettano fra la chiarezza e l’oscurità dello stile, fra la norma del “buon senso” letterario e l’eccezione del sublime che si fa beffe dello stile ordinario. Bohours propende per il primato della chiarezza in cui anche i grammatici di Port-Royal vedevano la vocazione naturale e il privilegio esclusivo del Francese. Presente anche un capitolo dal titolo “Il mare” con alcune considerazioni di oceanografia. Mongitore, II, p. 302. Augustin de Backer, Bibliotheque de la Compagnie de Jesu, IV, p. 740.

SKU: 30 n.1266

250,00 €

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