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Giovanni Domenico Podocataro Cristianopulo

Tabula itineraria militaris Romana antiqua Theodosiana, et Peutingeriana nuncupata quam ex Vindobonensi editione…

Aesii in Piceno, Typis Vincentii Cherubini, 1809

In folio (cm 28 x 41 circa), pp. XVI (prima carta bianca) + 68 + XXXVI di indice ed errata + (1) con Monitum + (1 bianca) con 12 grandi tavole finali incise all’acquaforte ripiegate + 2 tavole (tra pagina 32 e 33, tabula paleografica incisa all’acquaforte, e tra pagina 44 e 45, tavola ripiegata inc. all’acquaforte, con Ratio comparandi pedem ac milliare romanum). Vignetta incisa al frontespizio. Alcune pagine di testo uniformemente brunite, buon esemplare nel complesso. Legatura ottocentesca successiva in mezza pergamena (alcune abrasioni ai tagli dei piatti), presente anche un astuccio in cartone e tela realizzato ad hoc. Riproduzione, curata dal frate domenicano Giovanni Domenico Podocataro Cristianopulo, dell’itinerario figurato romano d’età tardo-imperiale, noto come Tavola Peutingeriana, dal nome dell’erudito tedesco Konrad Peutinger (1465-1547), che l’acquisì per legato testamentario dall’umanista viennese Konrad Celtes (1459-1508) che la scoprì nel 1507. Si tratta di un documento fondamentale per lo studio ella cartografia antica essendo uno degli esemplari più completi di “itineraria picta” giunti fino a noi. La Tabula fa parte di un tipo di mappa che può essere assimilata ai moderni itinerari stradali il cui utilizzo è testimoniato da un testo del IV secolo di Vegezio. E’ formata da 11 pergamene che compongono un rotolo di di 680 x 33 cm in cui sono annotati 200.000 km circa di strade. Peutinger, dopo avere ottenuto da Massimiliano I d’Asburgo la facoltà di dare alla tavola il proprio nome, la fece stampare a Venezia nel 1591 da Mark Welser di Augusta, suo concittadino. Successivamente fu pubblicata da Ortelio Abramo, cartografo di Anversa, nel 1598, poi riprodotta a Baden nel 1654, e nel 1728 da Bergier. La tavola fu quindi acquistata dal Principe Eugenio di Savoia e nel 1753 stampata a Vienna dallo Scheyb prima di entrare in possesso di Carlo IV d’Austria ed essere custodita a Vienna, presso l’Osterreichische Nationalbibliothek, catalogata nel Codex Vindobonensis 324, dove si trova oggi. L’edizione di Iesi del 1809 si deve proprio al domenicano Giovanni Domenico Podocataro che si basa – come indicato al frontespizio – sull’edizione del 1753 di Scheyb. Podocataro corresse gli errori della edizione viennese e incise le lastre con le quali furono realizzate le varie parti della Tabula. Inizialmente si era fatto carico delle spese necessarie per la pubblicazione dell’opera Francesco Podocataro Cristianopulo, fratello di Giovanni Domenico, che rivestiva la carica di Console nella Repubblica Veneta. Nel 1796 l’opera era pronta per la stampa ma l’arrivo di Napoleone in Italia impedì a Francesco, a causa delle sopraggiunte ristrettezze economiche, di dare corso alla stampa. Giovanni Domenico si affidò allora al patrizio di Osimo Stefano Bellini, erudito e collezionista, e finalmente nel 1809 l’opera vide la luce.

SKU: 30 n.1391

2.000,00 €

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