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Fiorentini Lucio

Socialismo ed anarchia

Torino-Roma-Firenze, Bocca, 1895

In 8, pp. XXIV + 208 + (4). Bruniture ai p. Piccola galleria di tarlo al p. ant. e alla sguardia. Annotazione manoscritta coeva alla terza carta. Br. ed. Studio in cui l’A. attacca le fondamenta teoriche del socialismo auspicando l’introduzione di cattedre universitarie che insegnino "quella sociologia che nelle sue illazioni, ne’ suoi teoremi, si misuri, si contrapponga e combatta colla evidenza delle verità che proclama, il socialismo […]. La sociologia, cui noi ci riferiamo, si fonda specialmente sulla economia politica. Questa scienza ha concretato tanti veri assoluti, tante verità per sé stanti da fornire le armi le più potenti ed insuperabili contro le degenerazioni dialettiche che sono venute escogitando fin qui le scuole socialistiche, e che hanno bandito al mondo come la pietra filosofale della felicità umana". Nel saggio Fiorentini prende in esame le teorie socialiste, il programma di Marx ed Engels (proprietà, capitale, le macchine, i salari, la famiglia, la patria, la lotta di classe). La parte finale dell’opera è riservata all’indagine dell’anarchia e del nihilismo russo. A proposito della lotta di classe auspicata da Marx, scrive: "in fondo al vostro collettivismo centralista o federalista, signori marxisti, c’è la guerra civile selvaggia, il caos, perché le vostre teoriche, una volta che potessero avere un solo inizio di attuazione, condurrebbero necessariamente a tale risultato, non ad altri". Contro il marxismo, che sosteneva come il progresso fosse sempre a detrimento delle classi più svantaggiate, risponde: "il proletariato […] accompagna il progresso della umanità, quale forza, quale suo braccio indispensabile, ma non è vero affatto che il progresso sia spietato verso di lui […] anzi lo aiuta il più che può a progredire a sua volta, e andrà sempre più aiutandolo". Lucio Fiorentini nacque a Vestone presso Brescia nel 1829. Militò nel battaglione studentesco che si spinse, nl 1848, fin nel Trentino per poi ripiegare su Mantova; poi si rifugiò a Torino, dove entrò in contatto con gli ambienti moderati, aderendo alla linea carlalbertista e ricevendo perciò, alla vigilia della ripresa della guerra nel 1849, l?incarico di portare a Brescia documenti militari e fondi per finanziare l?insurrezione. Nel 1859, liberata la Lombardia, rientrò in patria ed entrò nell?amministrazione statale come consigliere di governo a Brescia. Ebbe così avvio la sua lunga carriera di funzionario, che per più di un ventennio lo vide impegnato nelle sottoprefetture di varie zone d?Italia e che toccò il suo vertice con la promozione a prefetto dia Sassari. Catalogo del Fondo Achille Loria, 294, p. 33.

SKU: cat. n.313

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