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4.

Eugenio Cirese

Ru Cantone de la Fata. Storia de tiempe antiche in dialetto molisano

Pescara, Stab. Industriale Grafico, 1916

In 4 (cm 23 x 29), pp. (54) con 7 tavole con illustrazioni di Alfredo Trombetta, 1 tavola con riproduzione fotografica raffigurante Cirese e Trombetta sul cantone, e con piccole illustrazioni xilografiche in rosso di Armando Cermignani alle pagine. Dedica autografa manoscritta (di Eugenio Cirese) alla prima carta bianca. Brossura editoriale. Testo introduttivo di Nicola Scarano. Edizione originale, rara, di questo componimento in versi, in dialetto molisano, dedicato al Cantone della Fata, una roccia nei pressi del Castello di Castropignano in Molise, legata ad un’antica leggenda feudale. Una giovane chiamata Fata, per non sottostare allo ‘ius primae noctis’, il diritto del feudatario di giacere per primo con le donne illibate, si lasciò morire cadendo nel baratro. Non datato ma 1915-1916 circa. Eugenio Cirese (1884-1955), poeta molisano di nascita, ma abruzzese per elezione poetica, frequentò il circolo letterario lancianese, dove declamò le sue prime composizioni. Fu amico di Luciani, De Titta, Della Porta. Esordì partendo da un contenuto specificamente popolare, documentabile in ‘Sciure de fratte’ (1910) e poi da un’esigenza di cronaca contemporanea come in ‘La guerra: discurzi di cafune’. Importanti le sue ricerche nel folklore e lo studio indefesso della vita contadina.

SKU: 29 n.5213

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