2 voll. in 8 legati in 1 tomo, pp. 128; CLXXXVII + (1b). Vignetta inc. in rame al fr. del II volume e testatina in rame. Mz. pl. coeva con danni al d. e ai p. Due opere sulla legislazione relativa ai beni di proprietà della Chiesa. La seconda, anonima, di Francesco Florio, costituisce la risposta allo scritto, sempre anonimo, di Antonio di Montegnacco, canonico della cattedrale di Udine, che, rivolgendo l’opera ad "un eminente patrizio veneto", raccoglieva una serie di leggi e decreti stampati e manoscritti a Venezia intorno alla soppressione delle corporazioni ecclesiastiche e all’amministrazione dei loro beni. L’opera fu in seguito messa all’Indice. Montegnacco venne definito dalla "Biblioteca moderna" "un novello Porfiorio" che ricalcava e orme "di Mercantonio De Dominis e d’altri mal-affetti alla sede di Roma". Montegnacco, friulano di origine, canonico, poi segretario di Andrea Tron fu "la mente politica della Venezia di quegli anni e potente sostenitore della nuova magistratura [la deputazione ad pias causas, l’organismo che avrebbe dovuto portare ad una profonda razionalizzazione nella legislazione veneta sui beni ecclesiastici], consultore in jure ‘teologo’ della Repubblica negli anni ’50…" (Romanello, Le spose del principe. Una storia di donne…, p. 126). Cicogna, I, 1032, p 147.
SKU: 40 n.1751
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