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MANNO Giuseppe

Quesiti sopra i pubblici ufficiali

Torino, Balbino, 1836

In 16, pp. 99 + (1b). Br. rifatta con carta d’epoca. Ed. orig. di questa interessante opera sul buon comportamento dell’amministratore pubblico. Manno dichiara che la peste degli stati è "l’abbondanza degli uffiziali inetti. Peste delle finanze; perché è d’uopo condurre dieci persone a fare imperfettamente quello che un sol uomo abile e diligente eseguirebbe a dovere". L’A. tratta poi della liceità delle raccomandazioni: la segnalazione di un incapace "è in sostanza una frode fatta al governo". Così chi vuole fare una raccomandazione dovrebbe prima porsi delle domande: "E’ figlio di un consanguineo – ma dovrassi per lui disonorare tutta la prosapia mettende sul candeliere un imbecille?"; "E’ già la decima volta che umilmente chiede un impiego – e perché non rimanersene alla prima ripulsa?". Sclopis, "Notizie della vita e degli studi del barone Giuseppe Manno", p. 10: "Un altro libro, ristretto di mole, di stile autorevole del Manno fu quello intitolato Quesiti sopra… in cui si propongono gli esempi e le virtù da seguire ed i vizi da schivare. E’ opera che partendo da fatti antichi tende ad applicazioni moderne. E l’autore che aveva avuto tante occasioni di conoscere i pregi ed i difetti di quei che servono lo Stato, si può dire che in quelle carte disegnasse dal vero… Nel libro… stampato al tempo del governo assoluto si rinvengono tuttavia molte considerazioni e molti riflessi che perfettamente s’attagliano al governo costituzionale".Manno si domanda nell’opera se siano lecite le raccommandazioni nella nomina dei pubblici ufficiali. Sostiene che siano lecite purché siano avvertimenti  

SKU: 40 n.1649

140,00 €

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