In 8 (cm 14,5 x 21), pp. 29 + (1 bianca). Brossura editoriale. Edizione originale. In questo discorso pronunciato alla Camera il 29 maggio 1923, poche ore prima di essere aggredito e gravemente ferito da una squadra fascista, Alfredo Misuri, deputato umbro, aveva chiesto di smobilitare gradualmente le organizzazioni fasciste, di allargare a tutte le “sane correnti nazionali” la responsabilità di formare la base del governo, di eliminare le interferenze del segretario del PNF sul governo e dei segretari politici sui prefetti e sulle altre autorità locali, di inquadrare la Milizia nell’esercito. “È pur vero che alcuni tra i principali dissidenti, come Misuri e Sala, non erano certo estranei all’esperienza del rassismo e dello squadrismo, e se ne servivano non meno dei loro avversari politici” (“Les familles politiques en Europe occidentale au XXe siecle. Actes du colloque international organisé par l’Ecole francaise de Rome”, p. 125). Dopo questo discorso, nel quale Misuri aveva comunque denunciato le illegalità fasciste, venne fatto bastonare a Roma per ordine di Mussolini. Ottavio Corgini, altro deputato dissidente di Reggio Emilia, solidarizzò con lui. I due furono espulsi dal partito e fondarono l’associazione “Patria e Libertà” con un programma monarchico e nazionalista.
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