In 16 (cm 12,5 x 19), pp. IX + (1) + 58 + (2) con ritratto all’antiporta di Interlandi disegnato da Amerigo Bartoli. Pagine intonse. Minimo strappetto al margine superiore di p. 1 per parziale apertura dei fogli chiusi. Brossura editoriale. Prefazione di Vincenzo Cardarelli. Edizione originale, primo volume che inaugura le edizioni di “L’Italiano” dell’allora ventiduenne Leo Longanesi, di questa raccolta di scritti politici di Teresio Interlandi, fondatore e direttore, dal 1924, del quotidiano fascista “Il Tevere” (Cardarelli fu un collaboratore del giornale), antisemita e direttore, dal 1938, del giornale “La difesa della razza”. Scrive Cardarelli nella prefazione che – con Interlandi – il fascismo prende una “piega umana, popolare e cordiale”. “Immerso nella vita e nello spirito dei suoi tempi fino al collo, sebbene di razza antica e savia e di abitudini casalinghe, intorno a lui si respira la fiducia, l’ottimismo, il piacere di lavorare e di vivere. È uno dei più interessanti campioni di quest’epoca ricca di personalità impensate e, se mi si permette di dirlo, un vincitore che sa fare uso della sua forza qualche volta anche per indulgere e perdonare. Non ci sono che le carogne a cui non perdoni. L’attività intera di questa affilatissima lama del giornalismo fascista, di quest’uomo ombroso e pericoloso a cui, certo, pestare un callo, non sarebbe consigliabile impresa, è la dimostrazione viva e quotidiana che si può essere modesti e dinamici, modesti e buoni fascisti, modesti e persone di molto ingegno e di molto spirito”.
SKU: 29 n.5089
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