In 8, cm 17 x 21,5, pp. 30. Marca xilografica al frontespizio con il Leone di San Marco. Cartonatura editoriale. Raro regolamento del Monte di Pietà di Bergamo. L’istituzione di questo banco di credito su pegno risale al 1557. Inizialmente il tasso d’interesse richiesto era stato fissato al 5%, in seguito, come peraltro comprovato da questo documento, fu ridotto al 3% a causa di problemi con la curia romana alla quale non era stato richiesto il Breve pontificio necessario. Solo nel 1589 il banco venne riaperto grazie all’accettazione del più mite aggravio. Nel corso dei secoli, così, l’istituto continuò a svolgere una importante funzione in ambito assistenziale. Alla sua dirigenza furono sempre chiamati a far parte i protagonisti del ceto dirigente cittadino con l’elezione del Consiglio dei Deputati. Se il primo regolamento risale alla fondazione, ne fu pubblicato uno successivamente nel 1700. Presumibilmente questo dovrebbe essere il terzo pubblicato. Il regolamento stabilisce i meccanismi elettivi per il priore, il tesoriere e 18 conservatori mentre nei Capitoli Generali vengono date le regole di funzionamento dell’istituto: “la cassa del Dinaro che si custodisce nella tesoreria sia chiusa con tre chiavi… Sopra un solo pegno possano prestarsi fino a D. 500 …il pegno potrà star in Monte mesi 12… il civanzo degl’utili, che si faranno sopra li pegni, supplito che si abbia alle spese dovrà esser girato al Capital del S. Monte…”. Seguono le parti dedicate all’Offizio del Priore, dei Conservatori, dei Governatori e dell’offizio di nodari. Due ampie parti sono dedicate alla nomina dello Stimator Orefice e dello Stimator delle Patterie (tessuti). F. Montanari, ‘I Monti di pietà bergamaschi’. In ‘Studi veneziani’, XXVII, 1994.
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