In 4, pp. 177-192 (numerazione continua); pp. 16 (8cc). Numero della mitica rivista quindicinale fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Papini giungeva a Lacerba dopo avere diretto La Voce dal 4 aprile al 31 ottobre 1912. La rivista cominciò le sue pubblicazioni nel gennaio del 1913, a Firenze, per iniziativa, quindi, del nucleo più vivace e inquieto dei vociani. Di orientamento futurista, si distinse per la propaganda a favore dell’interventismo e della guerra. Scrissero su Lacerba Marinetti, Palazzeschi, Boccioni, ma anche Picasso e Cezanne che curarono alcune illustrazioni. Cessò le pubblicazioni nel maggio del 1915 alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia. Nel 1914 la rivista cambiò la carta, il formato e l’impaginazione e passò dai due colori del nome, mattone e nero, al solo nero (come in questo numero), poi al rosso e nero. Si consuma anche la rottura dei lacerbiani con i futuristi di ortodossia marinettiana e, nel 1914, Lacerba si assesta su posizioni politiche di interventismo militare a partire dal numero 16 del 15 agosto 191. In questo numero scritti di Papini, "I fatti di giugno" (in riferimento alla "settimana rossa" del giugno 1914 quando in molte città italiane scoppiarono agitazioni popolari, scioperi e manifestazioni); Tommei, "Elegia per il povero teppista"; Cangiullo, "Serata in onore di Yvonne" (tavola parolibera).
SKU: 34 n.157
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