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Tammeo G.

La prostituzione. Saggio di statistica morale

Roma-Torino-Napoli, L. Roux e C., 1890

In 8, pp. VIII + 324 con tavv. sinottiche n.t. e diagrammi f.t. Fioriture sparse. Br. muta coeva. Saggio di statistica applicato alla prostituzione di fine Ottocento. L’A. scrive che "l’unione corporale dell’uomo con la donna è tutt’altro che una funzione naturale. E’ naturale quella di mangiare, perché è benefica, piacevole, e nessuno ha vergogna di compierla sin dalla nascita; ma l’altra è vergognosa, disgustevole, dolorosa. La felicità della luna di miele è una menzogna. Al contrario, è un periodo di malessere, di vergogna, di pietà e massime di noia – di noia feroce!". Nella prima parte dell’opera, Tammeo passa in rassegna la cosiddetta "prostituzione pagana" in Grecia e a Roma; nella seconda sono analizzate le cause della prostituzione. Fra queste annovera anche le cause ambientali e climatiche, sostenendo ad esempio che l’aumento generale della temperatura contribuisce a determinare l’aumento della prostituzione. Tuttavia, per Tammeo, la causa principale del fenomeno è da imputarsi all’eccesso di popolazione, "cioè dal disequilibrio tra le esistenze e le sussistenze, e della cattiva distribuzione della ricchezza". L’A. analizza quindi il fenomeno della prostituzione clandestina, anche se è contrario ad una tutela da parte dello Stato: "ora, volere che lo Stato si faccia tutore delle prostitute, significa non solo abbassare la sua alta dignità e prostituire la sua funzione, ma abbruttire sempre più una classe di persone che la evoluzione dello spirito civile dei popoli è venuta sempre meglio sollevano e riabilitando".

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