3 voll. in 8 grande, pp. (14) + 429 + (19) con 1 tav. f.t. inc. all’acq; (10) + 390 + (2) con 1 tav. all’antip. inc. all’acq.; (10) + 544 + (8) + (2b) con 1 tav. all’antip. inc. all’acq. Capilettera ornati e finalini xil. Lieve mancanza nella parte sup. del d. del III vol. Legatura in p. pg. coeva con tit. manoscr. ai d. Prima traduzione italiana di quest’opera pubblicata a Parigi nel 1666 in cui sono presi in esame i temi legati alla famiglia, alla sessualità e al matrimonio, con gli obbighi reciproci dei coniugi, e l’aspra critica nei confronti di chi commette adulterio, considerato il più grave peccato in assoluto (‘Dio non ha modo peggiore per apostrofare un’anima perduta che chiamarla adultera […] Quando Dio l’avrà chiamato adultero, avrà detto tutto…’). Interessante anche la parte in cui l’A. condanna l’abuso di autorità da parte di quegli uomini che tengono le donne chiuse in casa come recluse, e devono essere costantemente informati di tutto perché – scrive l’A. – è un crimine il solo fatto che si scaldi l’acqua senza il loro consenso. Raro. Bell’esemplare. Moranti, ‘Le seicentine della Biblioteca Universitaria di Urbino’, p. 131.
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