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Guido Casale di fronte alla psichiatria ed alla medicina legale con figure nel testo ed Autobiografia

Torino, Bocca, 1908

In 8, pp. 171 + (1b) con ill. e foto in b/n n.t. Mancanza all’ang. est. sup. del p. ant. Dedica parzialmente asportata e firma di possesso al p. ant. Pubblicazione del referto della commissione incaricata di esaminare le condizioni psichiche di Guido Casale nel processo che lo vide imputato per la morte dell’avvocato ottantenne Alessandro Bianchi. Casale "già dozzinante in casa Bianchi e notissimo in Perugia per la sua brillante vita di viveur e per la sua intima dimistichezza col morto" confessò l’omicidio dopo una serie di schiaccianti prove a suo carico ammettendo di aver falsificato la firma dell’avvocato in alcune cambiali. Nello studio eseguito dalla commissione psichiatrica composta da Bellisari, Audenino, Pietropaoli, Saporito, Montesano, sono esaminate la biografia di Casale, e i caratteri fisico-somatici-biologici-psichici dell’individuo secondo i dettami della criminologia lombrosiana. Si passa quindi a delineare un quadro della personalità dell’imputato con diagnosi clinica e medico-legale. I medici ritengono che Casale non sia un folle: "egli non ha nemmeno il vero carattere epilettico […] è solo un soggetto che in sua vita ha sofferto accessi rari di queste collere violentissime, le quali, se da una parte erano suscitate da motivi adeguati, avevano, dall’altra, alcuni caratteri morbosi, ossia reazione esagerata e concomitanza di alcuni disturbi fisici".

SKU: cat. n.125

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