In 16, pp. 36. Con 44 tavv. in bianco e nero. Br. ed. In prima pag. vi è l’omaggio al poeta F. T. Marinetti, nel centenario della nascita. Mino Rosso, di Castagnole Monferrato (1904), operò nella poetica del così detto Secondo Futurismo ed in particolare di quel Secondo Futurismo torinese cui Vittorio Viale dedicò l’importante mostra del 1962 alla Galleria civica d’Arte Moderna. Fu un artista misconosciuto in vita, e più che il famoso dinamismo futurista unito all’esaltazione della velocità, si nota in lui una inclinazione alla calma, a un’eleganza formale che s’identifica talvolta in una finezza grafica.. da La Stampa, 1976, Marziano Bernardi. In questo libro compare anche un ritratto di Giovanni Arpino con un commento dello stesso scrittore torinese che fu amico dello scultore. …Rosso è un testimone di una Torino che vide Maciste, le Dolly Sisters, i primi Modigliani, che lanciò in campo nazionale i De Filippo, fischiò Mussolini e perse architetti, cineasti, pittori in un’emorragia continua e obbligatoria…..
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