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Anonimo

Ferrotaie. Società italiana per materiali siderurgici e ferroviari già Ing. Oscar Sinigaglia. Catalogo n. 50. Materiali per ferrovie portatili

Genova, S.A.I.G.A. Armanino,

In 4 (cm 24 x 34), pp. 63 + (3) con illustrazioni e riproduzioni fotografiche nel testo (ad esempio: grande foto a piena pagina dell’impianto di binari per lo sgombero delle macerie a Messina dopo il terremoto del 1908; impianto di trasporti per una fabbrica di zucchero di barbabietole; fotografie dei reparti di lavorazione delle Officine di Vado Ligure…). Brossura editoriale con danni riparati. Catalogo illustrato non datato, ma ascrivibile al 1913-15 circa, dei materiali siderurgici e ferroviari prodotti dalla ditta Ferrotaie. Comprende: binari, piattaforme per ferrovie fisse, rotaie, vagoni, vagonetti, ecc… La Società Ferrotaie fu costituita nel 1913 a Roma rilevando le Officine di Vado Ligure e i magazzini di Milano, Napoli e Roma già appartenuti all’Ingegnere Oscar Sinigaglia. Romano di origini israelitiche, laureato in ingegneria nel 1902, già durante gli studi, in seguito alla morte del padre, Sinigaglia assume la guida dell’azienda di famiglia, che commercia in prodotti siderurgici; nel 1913 è proprietario della Ferrotaie. Acceso nazionalista e interventista antitedesco, nel 1915 si arruola volontario: assegnato all’Arma del Genio, consegue il grado di capitano e riceve tre medaglie al valor militare. Collabora con il ministero Armi e munizioni e nel 1917 viene chiamato dal Commissariato generale per l’aeronautica a dirigere l’Ufficio produzione apparecchi della Caproni, azienda di primaria importanza strategica. Dopo la guerra entra a far parte del comitato istituito dal governo per gestire la riconversione industriale, ma ben presto ne denuncia la farraginosità burocratica. Partecipa attivamente all’organizzazione dell’impresa di Fiume ed è tra i fondatori del Fascio di combattimento di Roma. Consulente della Sofindit, nel 1932 viene nominato presidente dell’Ilva in rappresentanza della finanziaria; per risanare l’impresa negozia con l’Imi (presieduto da suo suocero Teodoro Mayer) un mutuo di 120 milioni, cerca quindi di riorganizzarne la produzione e propone per la prima volta l’adozione del processo produttivo “a ciclo integrale”. Il progetto è avversato dalla direzione generale e dai tecnici dell’Ilva, decisi a proseguire con la tradizionale produzione di acciaio da rottame, orientata al mercato interno e protetta dalle politiche tariffarie. Nel 1934 Sinigaglia si dimette; segue per lui un periodo di emarginazione, aggravata dagli effetti delle leggi razziali che lo colpiscono nel 1938. Le sue idee sono riprese nel 1937 dai vertici della neonata Finsider, e in particolare da Agostino Rocca, anche se la realizzazione dell’impianto a ciclo integrale di Cornigliano viene interrotta dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante il conflitto Sinigaglia è in Abruzzo, dove vive in semiclandestinità e si converte alla religione cattolica; in quegli anni aderisce alla Democrazia cristiana e stringe un’amicizia personale con Alcide De Gasperi.

SKU: 44 n.5463

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