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BRIERRE DE BOISMONT A.

Du suicide et de la folie suicide. Deuxieme edition revue et augmentée

Paris, Bailli?re, 1865

In 8, pp. XX + 763 + (1b) + 46 di catalogo edit. + (2). Etichetta di ex biblioteca al d. Lievi danni al d. Piccola mancanza al p. ant. Br. ed. con rinforzo al d. Seconda ediz. (la prima, con titolo in parte diverso, uscì nel 1856) di questa importante opera sul suicidio. L’A. ricapitola dapprima la lunga storia della malinconia, riunendo tutte le forme del “mal di vivere”, taedium vitae, accidia, tristezza e malinconia e, riprendendo la teoria di Chateaubriand, afferma che nel Medioevo i monasteri erano i rifugi dei malinconici che li eleggevano a rifugio del loro sconforto. Tuttavia la vita monastica non faceva che aggravare il loro stato. Per l’A., nella società moderna, il lavoro volontario e accanito, alternativa al convento medievale, può essere un antidoto contro tutte le malinconie e preservare, quindi, dal suicidio come soluzione estrema e fuga dal mal di vivere. Brierre, compiendo una ricerca negli archivi della città di Parigi, studia 4595 casi di suicidio, rilevando come le cause siano molteplici e da rintracciarsi non soltanto nella depressione, ma anche in problemi familiari, povertà, problemi d’amore, follia, ipocondria, dolore dovuto a malattie fisiche (paralisi, malattie cardiache, veneree, pellagra, dolori mestruali, ecc…). Cfr. Minois, Storia del mal di vivere, Dedalo, 2003, p. 254.

SKU: 24 n.459

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