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Morichini Carluigi

Di Giovanni Borgi Maestro Muratore detto Tatagiovanni e del suo Ospizio per gli orfani abbandonati, LEG. CON: Estratto dalla Memoria sopra Tatagiovanni

Roma, Marini, 1830

In 8, pp. 52 + (2) con 1 tav. all’antip. con ritratto in lit. di Giovanni Borgi; 13 + (1b). Galleria di tarlo al marg. int. sup. senza lesione del testo. Br. rifatta con carta d’epoca. Memoria dedicata alla vita e all’opera di Giovanni Borgi (1732-1798), mastro muratore che contribuì all’edificazione della Sagrestia Vaticana sotto il pontificato di Papa Pio VI. Il suo nome è legato all?Ospizio di Tata Giovanni da lui fondato per accogliere gli orfani. L?Ospizio nacque quando Borgi iniziò ad ospitare nella propria casa in via de? Cartari i ragazzi che vedeva dormire abbandonati sulle panche e sui gradini del Pantheon. Oltre a fornire loro vitto e alloggio, cominciò a mandarli a lavorare presso suoi amici artigiani affinché imparassero un mestiere che potesse poi sostentarli nella vita. Avvalendosi della collaborazione di volontari laici e sacerdoti cercava inoltre di procurare loro un?istruzione scolastica e religiosa. Con il tempo la sua opera si ingrandì e attrasse l?interesse di diversi personaggi che la sostennero con donazioni e rendite; successivamente Pio VI comprò per l?Ospizio il palazzo Ruggia in via Giulia (dove nel frattempo l?istituto si era trasferito in affitto, arrivando a ospitare fino a 40 orfani). L’A. spiega quindi qual è l’ordinamento dell’orfanotrofio che proseguì le sue attività dopo la morte del fondatore: "vanno i nostri alunni […] a tirocinio nelle botteghe della città […] Convien lasciar libera la scelta del mestiere al fanciullo, ché sarebbe da aspettarsene poca riuscita, ove si contrastasse al suo natural genio. […] Lavorano i nostri giovanetti da otto a dieci ore al giorno e par forse nella state un po’ troppo. Sarebbe vantaggioso che sull’esempio di alcune Società di Parigi si facesse col mastro d’arte un patto ridotto a scrittura: e si moderasse il tempo del lavoro: e questi si obbligasse di non impiegare il fanciullo in lavori più faticosi che l’età non comporta…". Importante è l’esercizio fisico, secondo l’A., anche perché gli orfani fanno lavori in luoghi umidi e malsani e stanno seduti per molte ore al giorno: "possono ridursi ad utile fisico i divertimenti come il passeggio, la palla, il trucco, gli aliossi, la corsa, che sono i soli che dovrebbero permettersi negl’istituti d’educazione, proscrivendone affatto i dadi, le carte e simili vergogne che conducono a vizii e rovine".

SKU: cat. n.212

120,00 €

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