In 24, pp. 36 + (4b). Fioriture. Carta uniformemente brunita. Br. rifatta con carta d’epoca. Ed. orig. Discorso contro l’uso e l’abuso dei vessicatorii, cerotti che venivano applicati nei punti del corpo considerati critici. Questa pratica si fondava sulla dottrina umorale, in base alla quale l’applicazione del medicamento caldo avrebbe comportato l’espulsione dell’umore maligno. Il vessicatorio veniva applicato anche in caso di febbre risultando del tutto inutile – secondo l’A. – se non addirittura dannoso. Giacomo Sinibaldi (1641-1720), figlio del medico abruzzese Giovanni Benedetto Sinibaldi, fu professore alla Sapienza, docente di theorica e poi di practica, e decano del collegio dei medici di Roma. Entrò in contatto con scienziati come Redi e Lancisi, contribuendo in seguito al rinnovamento della scienza medica romana.
SKU: 38 n.3784
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