In 4 (cm 23 x 30,5), pp. XIV + 818 con 100 tavole incise su acciaio, antiporta compresa, protette da velina. Alcune veline molto brunite. Alcune tavole con bruniture. Danni al foglio con le pagine 415-416 con reintegri di carta che coprono il margine interno ed esterno del foglio e alcune interlinee di testo. Legatura in mezza pelle coeva. Edizione originale di questa ponderosa monografia dedicata a Costantinopoli arricchita dalle numerose tavole. L’A., Antonio Baratta, genovese di nascita e torinese d’adozione, fu un personaggio dalla fisionomia anticonformista ed irrequieta. La fama di cui godette nelle città in in cui visse – Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Torino – fu regolarmente accompagnata da scandalo per la sua condotta poco ortodossa. Si laureò in giurisprudenza a Torino. Tra il 1841 e il 1866, anno della sua morte, si distinse per l’attività giornalistica. Scrisse sul Messaggiere Torinese, sulla Gazzetta di Torino, pubblicò per un breve periodo un suo giornale, Il Torinese, riscuotendo successo per i commenti graffianti sulla politica del Regno. A Costantinopoli si fece notare per la propria insofferenza alle regole e per una condotta non sempre ligia alla rigida etichetta del corpo cui apparteneva (fu Console generale del Regno di Sardegna). Contrasse debiti, ebbe uno ” scambio di revolverate con un certo Duttrè, addetto all’Ambasciata Francese”. Tornato a Torino, visse in povertà. Morì a seguito delle ferite riportate da una quercia che gli cadde addosso mentre, per ordine del Municipio, veniva trasportata da un punto ad un altro della città. Cfr. Oriente moderno, vol. 24, n. 1, 2005.
SKU: 55 n.2030
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