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Costantino Coccapani

Conclusiones ex utraque Lege depromptae, quas illustrissimo Domino March. Philippo Coccapani D. D. D. Costantinus Coccapani Carpensis

Mutinae, Ex Typographia Demetrij Digni, 1693

In 4 (cm 20 x 30), pp. 16. Cartonatura antica. Testo stampato entro cornice tipografica, capilettera xilografati e piccola vignetta illustrata a pagina 9. Dissertazione legale, con conclusioni di diritto canonico e civile, discussa da Costantino Coccapani, nato a Carpi nel 1671 e morto nel 1721, presso il Pubblico Liceo del Lettorato della Congregazione di S. Carlo di Modena, per il conseguimento della laurea in legge, e dedicata al Marchese Filippo Coccapani. Su Costantino Coccapani si legge in G. Tiraboschi, “Biblioteca modenese…”, 1782, p. 48: “Carpigiano nato nel 1671, dopo avere studiato prima in Carpi, e poi in Modena, ove nel 1693 sostenne una pubblica disputa legale, e ne ottenne la Laurea, tornò alla Poesia, e allo studio delle Leggi unì quello della Volgar Poesia, come ci mostrano due tometti di rime, che Mss. se ne conservano presso il Dott. Eustachio Cabassi. Nel 1711 il Duca Rinaldo con lettera ad esso scritta dal Muratori, amicissimo del Coccapani, gli offerse la carica di Podestà della Mirandola”. La pubblicazione, oltre a rivestire un certo interesse per via del suo Autore, è anche una poco comune testimonianza delle vicende legate all’Università di Modena che, come Istituto modernamente inteso, fu una creazione che scaturì della Congregazione di San Carlo e alla quale partecipò anche il Comune. Essa nacque come ente privato, legittimamente riconosciuto dall’autorità Ducale anche se il suo statuto giuridico non fu chiaro all’inizio. Lo Studio di S. Carlo era un ente privato delegato ad esercitare funzioni pubbliche ma la sua organizzazione – dai corsi alla nomina dei docente – fu sempre di competenza della Congregazione di San Carlo. “Anche l’Università degli studi, apertasi in Modena nel 1678 e solennemente instaurata dal Duca Francesco II nel 1683, può dirsi una gloria della Congregazione di San Carlo; imperocchè a quei sacerdoti venne affidata sin dal suo nascere, e dessi la ressero sino al 1772, in cui il munifico Francesco III la restaurò ed ampliò” (Gandini, “Cronistoria dei teatri di Moderna dal 1539 al 1871″, II, 1873, pp. 172-173). Molto raro. Non risultano copie censite nel sistema bibliotecario nazionale.

SKU: 38 n.18657

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