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SPADA Francesco

Ardita ma giustificabile congettura che nel secondo canto del Purgatorio Dante abbia potuto scriverne il sesto verso che Le caggion di man quand’ei soverchia. Dissertazione

Roma, Salviucci, 1869

In 16 (cm 15 x 22), pp. 23. Dedica autografa manoscritta dell’Autore al piatto anteriore. Brossura muta coeva. Annotazioni manoscritte ai margini bianchi del testo probabilmente di mano dell’Autore. Dissertazione in cui l’Autore sostiene che la lezione corretta del verso del II canto del Purgatorio non sia ‘Le caggion di mano quando soverchia’ bensì ‘Le caggion di man quand’ei soverchia’.

SKU: 38 n.10152

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