2 voll. leg. in uno, in 16, pp. XIV + 200; 186 + (2). P. pl. coeva con gallerie di arlo alla pelle del p. post. Per il resto ottimo es. Edizione originale italiana. L’Apel venne rapidamente tradotto in italiano, in occasione dell’apertura del Comizi di Lione del 1802. Marc-Antoine Jullien (Parigi, 1775-ivi, 1848), rivoluzionario e letterato, militò nelle file dei giacobini, venendo anche inviato in missione a Londra da Condorcet nel 1792 e ricoprendo importanti cariche pubbliche anche grazie alla protezione di Robespierre. Arrestato dopo che Robespierre venne ghigliottinato, scampò alla pena capitale rinnegando le proprie posizioni politiche. Fra i fondatori del Club du Panthéon, si dette a un’intensa attività giornalistica, fondando L’Orateur plébéien, giornale di tendenze moderate. Sospetto di simpatie per Babeuf, dovette nascondersi dopo la scoperta della Congiura degli Eguali, ma, con abili capacità trasformistiche, fece ritorno sulla scena pubblica poco tempo dopo, divenendo redattore del Courrier de l’Armée d’Italie e seguendo Napoleone in Egitto nel 1798. Consigliere del generale Championnet, fu dallo stesso nominato Segretario generale del governo provvisorio della Repubblica Partenopea, il 26 gennaio 1799. Dopo il colpo di stato del 18 Brumaio, propose a Napoleone un piano di unificazione degli stati italiani; inviato come intendente militare nel Regno d’Italia, fu decorato con la Légion d’Honneur nel 1803. Caduto nuovamente in disgrazia e arrestato nel 1813, fu liberato nel corso della Prima Restaurazione, pubblicando svariati giornali di opposizione tra il 1815 e il 1817 e ottenendo, con la presente opera, una reputazione come pedagogo
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