In 16, pp. 113. Dedica autogr. dell’aut. al fr. Br. ed. L’autore, Vittorio Emanuele Dabormida, figlio del generale Giuseppe, intende rispondere con quest’opera alle accuse che Vincenzo Gioberti aveva mosso a suo padre in ‘Rinnovamento civile d’Italia’ (1851). Gioberti accusava il generale ‘di aver abbominato una seconda guerra contro l’Austria e agognato sopra ogni cosa a renderla impossibile; di aver bramato una lega tedesca, desiderando di avere per compagna l’Austria, anziché saggiarla in campo come nemica; di avere atteso indefessamente a rovinare gli uomini più benemeriti della causa patria e più capaci di ristorarla, perseguitandoli coi raggiri, colle maldicenze e con tutte le arti ignobili e solite di coloro in cui prevale ad ogni altra dote la mediocrità e l’invidia’. Bertarelli, 3666.
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